Oggi hanno ucciso un'altra donna.
Una settimana fa abbiamo festeggiato, esaltato, parlato, consumato l'ennesima festa della donna. Mille mazzi di mimose, mille iniziative anche molto belle, mille parole.
Io baratterei volentieri l'abolizione di questa festa con un sano, completo, totale rispetto reciproco. Forse è un pò forte come affermazione, ma quale senso ha una volta l'anno esaltare la figura della donna se poi nella quotidianità l'uomo ne ha una profonda paura? Non generalizzata, non totalmente diffusa, per fortuna, ma a tratti forte e distruttiva.
Io sono sempre stata convinta che il giorno in cui ci sarà piena consapevolezza delle differenze e integrazioni tra i due generi, non ci sarà più bisogno di una festa (detto con tutto il massimo rispetto dell'evento che l'otto marzo ricorda). Ma questa è una mia opinione.
La verità è che forse dobbiamo insegnare agli uomini a non avere paura di noi, iniziando da bambini. Che le differenze sono la forza reciproca, che la nostra forza non è una minaccia, che la "parità" non ha senso di per sé, ma ce l'hanno il valore e il merito, sia se mi chiamo Mario sia se mi chiamo Maria.
Che l'universo femminile è complesso, è ricco, mi permetto di dire forse un pizzico di più di quello maschile. Ma che è giusto così...l'unione tra la solidità maschile e le sfumature femminili sono la ricchezza di questo mondo.
Siamo diversi ma complementari.
Lo so che sembrano quasi banalità...ma allora, come mai quasi ogni giorno una donna rischia la vita? Che cosa spaventa? La nostra forza? L'abbiamo sempre avuta. La nostra pazienza? Fa parte del nostro DNA. La nostra capacità di sopportazione? Tocca a noi partorire.
Siamo così, dolcemente complicate, sempre più emozionate, sempre più incasinate, sempre più stimolate e stimolanti, sempre più ricche.
Non conosco due donne che abbiano caratteristiche simili: c'è chi non sarebbe mai a casa e fa i salti mortali tra lavoro e asilo, c'è chi invece desidera solo accudire la sua famiglia, c'è chi adora la danza, e chi ricamare, chi arrampica in montagna e chi a mala pena fa due passi, chi vive per la scrittura e toglie le ore al sonno pur di avere un suo blog, e chi passa la notte a leggere, chi non sa fare neppure due uova in padella ma costruisce ponti, e chi cucina da Dio.
Chi al mattino non indosserebbe altro che una tuta comoda, ma alla sera non vede l'ora di mettere un vestito rosso sexy.
In un crescendo di affettuose contraddizioni e di grandi meraviglie.
Anch'io sono così. Con la piena consapevolezza che probabilmente non sarei PIENAMENTE così senza il mio uomo a fianco.
Come facciamo a spiegarlo?
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