Meglio tardi che mai, dirà qualcuno.
Ma ero prevenuta: ho sempre associato il brunch ad un vago atteggiamento di snobismo un pò fighettino. Modello cabinotto (chi è di Torino sa che cosa vuole dire...) che alla domenica fa il brunch da Lutece..
Sbagliavo. O meglio...vissuto in ambiente familiare e in allegria, ha sicuramente un gusto più democratico, anche se molto calorico (con buona pace dei trigliceridi e della glicemia!).
La scena è questa: un giorno torno da Bologna in treno, stanca morta, e mi chiama la mia amica Sandra, sposata con Tom, newyorkese doc, e ci invita domenica a fare il brunch da loro verso le 11,30. Mi rivitalizzo.
Prima questione: se qualcuno ti invita ad un brunch, che cosa porti? Vino no, dolce tendenzialmente no. Biscotti? succo di frutta? Io alla fine ho ripiegato per una dolcissima piantina di roselline bianche!
Seconda questione: se hai un bambino di 5 anni che ha già fatto colazione, rassegnati comunque a fargli un piatto di pasta.
Arriva domenica e alle 11,30 ci presentiamo: il profumo di pancake è spettacolare!
Ma tutto il rito ha un sapore meraviglioso: pancakes, nome in codice "le frittelle di Paperino", scrambled eggs, bacon (non avete idea di quanto buono era!!!!), sciroppo d'acero, caffè americano e cocktail mimosa. E poi frutta ed una torta al cioccolato rigorosamente a forma di cuore.
Non ho fatto il conto delle calorie, ma ero convinta che questa fosse la colazione dei boscaioli americani prima di andare a tagliare qualche albero (d'altronde, il mio bisnonno che lavorava nelle risaie mangiava il "salam dladuia").
Invece no: il brunch nasce intorno agli anni 60 quando la vita sociale più intensa aveva creato i primi ritmi alterati...e così la domenica ci si svegliava più tardi, troppo avanti per la colazione, troppo presto per il pranzo.
Ogni nazione personalizza il rito del brunch: in Francia non mancano mai i croissant, in America i Muffin, in Italia è un tripudio di ricette varie ed eventuali, tra torte salate e dolcetti, per non venir meno alla nostra creatività culinaria.
Presa ormai dall'interesse, sono andata a curiosare in un libro di ricette Disney, "Ricette da fiaba", che adoro perchè associa i piatti ai personaggi dei cartoni animati, illustrati e raccontati con poesia, e naturalmente c'è una sezione intera per breakfast e brunch: devo ancora capire perchè la Torta capovolta è del Drago Rutilante e il Muffin alle banane del Grillo Parlante, ma proverò a preparare il pane con uvette e semi di cumino di mr. Toad!
Vi dò ancora la ricetta del cocktail mimosa, e aggiungo una riflessione: non c'è brunch, happyhour, light lunch che tenga, se non c'è la compagnia giusta.
Perchè il calore e l'atmosfera che si creano chiaccherando con due cari amici, rendono più buono ogni pasto!
Ah, la ricetta:
COCKTAIL MIMOSA
4/10 di succo di arancia puro
6/10 di champagne ghiacciato (ma potete sostituirlo con un prosecco)
Occhio al colore...è il segreto del nome.
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