A Torino, a Palazzo Reale, dal 15 marzo al 14 luglio 2013 va in scena una mostra fotografica speciale, una retrospettiva di Robert Capa, fotoreporter di guerra, fondatore nel 1947 dell’agenzia Magnum.
Lui è un maestro indiscusso della fotografia mondiale, che mori sul “lavoro”, mettendo un piede su una mina a soli 40 anni.
Sono
andata a vedere la mostra molto fiduciosa anche della location, perché
Palazzo Reale è davvero uno scenario perfetto per valorizzare le foto in
bianco e nero (ero andata a vedere anche la mostra di Cartier Bresson,
restandone affascinata).
E sono rimasta
meravigliata…del coraggio! Le foto dello sbarco in Normadia sono
documentate talmente da vicino, che credo Capa sia sbarcato con i
soldati per realizzarle.
I visi, il dolore,
l’azione, il sangue, la morte sono palpabili, e passano direttamente
dagli occhi all’anima. Robert Capa era convinto della funzione di
denuncia sociale della fotografia: e dopo aver visto quelle foto lo
posso capire.
C’è
un’altra foto che ha colpito la mia immaginazione, forse una delle più
famose: ritrae un soldato americano e un contadino italiano, che gli
indica la via, nel sud Italia durante la liberazione. Belle le
proporzioni: enorme l’americano, piccolo e curvo l’italiano. Panorama
arido, gesto empatico. Intenso il legame.
Le foto in totale sono 97: godetevele, con calma, in silenzio. Osservate i gesti. E meravigliatevi.
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