La recita di fine anno è una tappa obbligata di quasi tutti
i genitori, che, fazzoletto alla mano per tamponare le lacrime di commozione, non
vedono l’ora di ammirare i primi approcci teatrali dei propri figli (ovviamente,
finale di Coppa Italia permettendo).
Questo se non appartenete alla categoria “asili che
festeggiano per una giornata intera”, perché a quel punto la recita si
trasforma in un tour de force che inizia al mattino presto e si conclude a
pomeriggio inoltrato, con vari appuntamenti distribuiti nella giornata e con
alcuni momenti che nulla hanno da invidiare a…Fantozzi.
Soprattutto se si è rappresentanti di classe! E a quel punto
avete tutta la mia comprensione!
Potreste, nell’ordine: aspettare all’ombra e al freddo (vi
ricordo che questo è il maggio più freddo degli ultimi 50 anni e alle 11 del
mattino c’erano 10 gradi) sul sagrato di una Chiesa, tenendo stretti 80
palloncini per evitare che il vento li porti via, aspettando l’uscita di
altrettanti 80 bambini, trattenuti da una predica del prete un po’ troppo
lunga; portare gli 80 bambini su una piazza per il lancio dei palloncini di cui
sopra, urlando di non lasciarli andare e consolando i pianti di chi li aveva
già persi; correre subito dopo a recuperare pizza per 200 persone mentre una
famiglia affamata ti aspetta a casa per pranzo; gestire l’ingresso a teatro di
150 genitori, spiegando gentilmente ai nonni che sono entrati prima che ci sono
solo due posti per ogni bimbo perché il teatro è piccolo e ci sono problemi di
sicurezza. E poi tornare dai nonni e ridirlo. E poi ritornare dai nonni e
rispiegarlo. E poi, di nuovo gentilmente, ripeterlo e accompagnarli fuori,
sentendoti un mostro. Distribuire pizza rossa e bianca sotto il sole cocente
indossando una maglia di lana (perché nel frattempo la temperatura è aumentata,
è uscito il sole ma tu non hai fatto in tempo a cambiarti), cercando di
conversare amabilmente, chiedendoti dov’è finito tuo figlio e soprattutto tuo
marito.
Però, allo stesso tempo, potrete riempirvi gli occhi di meraviglia
guardando i visini dei bimbi emozionati mentre consegnano il proprio palloncino
al cielo. Condividere da vicino con loro la titubanza nell’affrontare il palco,
cantare la canzone, ricordarsi le parole della propria parte e leggere il
sollievo nel loro sguardo, accompagnato da un sorriso. Lanciarsi in un ballo
scatenato sulle note di “scream and shout" (sì, proprio quella…il nostro asilo è
troppo avanti), con tutti i genitori e la suora (!), mentre i bambini saltano scatenati. Capire
che tutta la “fatica” fatta è ricompensata dalla gioia delle persone che ti corcondano.
E concludere la giornata soddisfatta, anche della
collaborazione e unione con le altre rappresentanti. Questo non è per nulla
scontato.
I
wanna scream and shout and let it all out
And
scream and shout and let it out
We
sayin', "Ohh, wee ohh, wee oh wee oh"
We
sayin', "Ohh, wee ohh, wee oh wee oh"
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