venerdì 28 febbraio 2014

HO VESTITO UNA PRINCIPESSA....




Ho aggiustato la maschera a Zorro, ho aiutato Aramis a mettere i suoi calzari, ho dato una mano a Thor ad indossare il suo mantello, ed ho cercato di scoprire chi ci fosse dietro alla maschera di Spiderman.

Ho sorriso davanti al muso di Peppa Pig appoggiato su una testina un pò sudata.

Ho preso la coda di una gattina che correva via ed ho provato a pettinare la treccia di Raperonzolo.
Ho visto da vicino una tuta da astronauta, che mi ha fatto immaginare di andare nello spazio.


Mi sono incantata davanti ad un tutù dalle mille sfumature di colore.
Ho provato a correre dietro ad una dolce farfalla rosa, e subito dopo ho conosciuto Biancaneve e Cenerentola in persona. Sì, proprio loro, giuro.


Mi sono spaventata davanti a due tigrotti affamati ed ho chiaccherato con Minnie e Topolino.

Poi ho vestito una principessa: una principessa dalla veste azzurra, tutta ricamata, con piccole perline ad impreziosire le maniche e il colletto. E questa principessa era emozionata, timorosa di non sciupare il vestito, orgogliosa di farsi ammirare. Con gli occhi che brillavano, ha indossato la coroncina e con passo leggero è andata via.

Ed in un attimo ho rivisto una bimba di 7 anni, innamorata del suo vestito da damina comprato insieme alla mamma, dopo tanti anni da indiana con le trecce, con cui si sentiva tanto ridicola (fate attenzione mamme, i vestiti di carnevale posso generare traumi!).
Ho rivissuto la sua intenzione di indossarlo anche quando ormai era diventato troppo piccolo, perchè rappresentava il suo desiderio di sognare, di immaginare di essere un'altra almeno una volta l'anno, più grande, più bella, più brava.

Forse la donna che è oggi non sarebbe la stessa senza quel piccolo vestito da dama (sicuramente lo è senza quello da indiana!). Perchè assecondare la voglia dei bambini di essere qualcun'altro (o anche di non essere qualcos'altro...) aiuta ad aumentare la consapevolezza di sé: e se ci fermiamo un attimo forse capiremo perchè si preferisce il vestito da ballerina invece che quello da sirena, o perchè Batman è meglio di Iron man.
Anche un vestito di Carnevale, può raccontarci molto, se ci mettiamo all'ascolto.
Ed una festa all'asilo può diventare un meraviglioso viaggio nei desideri.

P.S.: finalmente ho ballato Gioca jouei. E anche questo dice molto! :-)

sabato 22 febbraio 2014

CHI C'E' DIETRO IL SUCCESSO DI UNA DONNA?



Sfida tutta la femminile a Parigi per il posto di Sindaco.
Hidalgo - Morizet: 54 anni di origine spagnola la prima, 40 di origine polacca (con Lucrezia Borgia come antenata...) la seconda.
Mi sono appassionata a questo scontro, e, confesso, quando ci sono delle donne che si contendono ruoli di potere, mi scatta un'insana curiosità alla Dagospia e comincio a studiarmi le biografie con un occhio più da perpetua pettegola che da professionista della comunicazione. Figli? Mariti? Con chi ha lavorato prima? Interessi? e via così...

Però questa volta la mia riflessione è diversa.
Sia Hidalgo, sia Morizet hanno due figli, e questo mi suscita grande ammirazione, visto che con un bambino quando devo fare un pò tardi in ufficio devo mettere in atto un piano organizzativo tra tate, nonne e marito da fare invidia alla Nasa...figurarsi dovessi fare una campagna elettorale per diventare sindaco.
Ed entrambe sono sposate, con uomini molto impegnati professionalmente e culturalmente, che le appoggiano e le supportano in modo evidente. Nel caso della Morizet il marito ha un ruolo importante anche nelle strategie di comunicazione della sua candidatura.

Sono cresciuta con in testa il famoso detto "Dietro ad un grande uomo c'è sempre una grande donna", con i numerosi significati che si possono dare a questa affermazione: può essere una donna che si sacrifica facendosi carico di ogni incombenza per lasciare libero il proprio uomo di concentrarsi, può essere una donna così illuminata da guidare le scelte del marito, può essere una donna così innamorata che crede in lui più di se stesso.
Ma quando è la donna ad essere in prima linea? chi c'è dietro? o meglio, chi c'è di fianco?
Se non è sola (e qui si entra in un delicatissimo terreno di discussione sulla donna in carriera...su cui non vorrei avventurarmi) credo che ci sia un uomo che la ama profondamente, anche se può un'affermazione simile può essere discutibile.
I retaggi culturali sono difficile da modificare.
Quando dico profondamente, intendo un amore maschile che si rende orgoglioso della realizzazione della propria donna. Non è facile: ma pensiamoci, è un atteggiamento così diffuso?

Perchè dietro questo appoggio incondizionato c'è fatica condivisa, ci sono figli da prendere a scuola, suddivisione di compiti, serate passate in casa ad aspettare, ci sono parole alle due di notte, crisi da superare, rassicurazioni da dare, cene da improvvisare. C'è tanto amore. Vuol dire fare il tifo per la vita dell'altro, a turno.Questa volta ti appoggio io, la prossima volta mi supporti tu.

E non è così scontato, soprattutto quando ci sono figli.
Eppure, semplificando molto (ma a volte le cose sono meno complicate di quello che ci immaginiamo) la realizzazione della singola persona, in qualsiasi campo sia, rende la coppia più serena e più salda.
E allora la meraviglia, in questo caso, è scoprire che il proprio uomo desidera che tu possa trovare la tua strada aldilà di lui, per essere ancora più forti insieme. O si chiama fortuna? 




giovedì 13 febbraio 2014

CUORE, CIONDOLO, EMOZIONI


E' da molto che non scrivo, da quando un'ondata improvvisa ha travolto la mia vita lavorativa: da allora i pensieri e le azioni sono stati orientati a capire quale nuova direzione prendere o almeno a provarci.
Capita: è la vita. Raggiungi un equilibrio, succede qualcosa, nel bene o nel male, si rimane destabilizzati per un pò e si ritrova un nuovo equilibrio. Fino alla prossima volta.
Non è necessariamente una brutta situazione, anzi (questi mesi sono stati di crescita e nuove conoscenze) ma a volte queste fasi non ti lasciano il tempo o la testa di seguire le proprie passioni, quelle che ti fanno star bene nel profondo.

Questa sera ho sentito che era arrivato il momento di riprendere il filo di Ciondolo a Cuore. Per me.
E per San Valentino: con un nome così mi posso perdere l'occasione?
Ma ricominciare, ritrovare l'aggancio giusto, non è facile.