giovedì 13 febbraio 2014

CUORE, CIONDOLO, EMOZIONI


E' da molto che non scrivo, da quando un'ondata improvvisa ha travolto la mia vita lavorativa: da allora i pensieri e le azioni sono stati orientati a capire quale nuova direzione prendere o almeno a provarci.
Capita: è la vita. Raggiungi un equilibrio, succede qualcosa, nel bene o nel male, si rimane destabilizzati per un pò e si ritrova un nuovo equilibrio. Fino alla prossima volta.
Non è necessariamente una brutta situazione, anzi (questi mesi sono stati di crescita e nuove conoscenze) ma a volte queste fasi non ti lasciano il tempo o la testa di seguire le proprie passioni, quelle che ti fanno star bene nel profondo.

Questa sera ho sentito che era arrivato il momento di riprendere il filo di Ciondolo a Cuore. Per me.
E per San Valentino: con un nome così mi posso perdere l'occasione?
Ma ricominciare, ritrovare l'aggancio giusto, non è facile.
Ho pensato di partire dall'inizio, dal nome, perchè qualcuno mi ha suggerito che è un nome strano, non facile da ricordare, difficile da collocare, e forse troppo personale.
E' così, infatti: chi mi conosce, sa che viaggio quasi sempre con un ciondolo a cuore addosso (anzi, oggi tre cuoricini) perchè fa parte del mio modo di essere.

I ciondoli a cuore hanno segnato la mia vita, ovviamente i miei momenti sentimentali più importanti e intensi: per questo, nonostante custodisca gelosamente i miei ciondoli in una scatola che ricorda le profondità del mare, non ne ho tantissimi perchè devono essere legati ad un momento importante, non acquistati a caso.
L'ultimo l'ho comprato questa estate ad Assisi, tappa del mio tentato percorso spirituale: è un cuoricino di legno di ulivo, piccolissimo, con un filo rosso, umile, discreto, tenero, eppure visibile, come San Francesco.

Il primo, che ha segnato la mia emotiva collezione, mi è stato regalato da un ragazzo che poi è diventato mio marito, quando eravamo due giovani molto innamorati ma un pò sciocchi. Dopo la laurea, in una delle pause di riflessione, è partito per Santo Domingo, ma è tornato con questo piccolo pensiero, un cuoricino azzurro (la pietra è quella tipica di li, ma non mi ricordo il nome) che ci ha ravvicinati. L'ho indossato per un anno intero, anche quando mi vestivo di rosso e l'azzurro era proprio un pugno in un occhio.
Poi, il mio romanticismo un pò esagerato (oh, ricopiavo i sonetti d'amore di Shakespeare e costringevo il fidanzato a leggerli....) mi ha portato a comprare due cuoricini piccoli e uguali, uno ciascuno, che si sono riuniti al matrimonio! Giuro, però, che non ho mai comprato il cuore spezzato!

Ora, prima di farvi salire ulteriormente la glicemia, chiudo con i miei racconti da Love Story, con l'augurio che ognuno di voi possa avere il proprio "ciondolo a cuore" personale, che ricordi positivamente alcuni momenti felici ed intesi della vita, creando una bellissima collezione di meraviglie.
E buon San Valentino a tutti!

P.S: il nostro amico newyorkese dice che San Valentino è la festa di chi si vuole bene, e il modo migliore è festeggiarlo con gli amici in compagnia. Faremo così! Visto come cambia quando si hanno i figli?


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