lunedì 27 maggio 2013

SOPRAVVIVERE ALLA RECITA DI FINE ANNO...




La recita di fine anno è una tappa obbligata di quasi tutti i genitori, che, fazzoletto alla mano per tamponare le lacrime di commozione, non vedono l’ora di ammirare i primi approcci teatrali dei propri figli (ovviamente, finale di Coppa Italia permettendo).

Questo se non appartenete alla categoria “asili che festeggiano per una giornata intera”, perché a quel punto la recita si trasforma in un tour de force che inizia al mattino presto e si conclude a pomeriggio inoltrato, con vari appuntamenti distribuiti nella giornata e con alcuni momenti che nulla hanno da invidiare a…Fantozzi.

Soprattutto se si è rappresentanti di classe! E a quel punto avete tutta la mia comprensione!

Potreste, nell’ordine: aspettare all’ombra e al freddo (vi ricordo che questo è il maggio più freddo degli ultimi 50 anni e alle 11 del mattino c’erano 10 gradi) sul sagrato di una Chiesa, tenendo stretti 80 palloncini per evitare che il vento li porti via, aspettando l’uscita di altrettanti 80 bambini, trattenuti da una predica del prete un po’ troppo lunga; portare gli 80 bambini su una piazza per il lancio dei palloncini di cui sopra, urlando di non lasciarli andare e consolando i pianti di chi li aveva già persi; correre subito dopo a recuperare pizza per 200 persone mentre una famiglia affamata ti aspetta a casa per pranzo; gestire l’ingresso a teatro di 150 genitori, spiegando gentilmente ai nonni che sono entrati prima che ci sono solo due posti per ogni bimbo perché il teatro è piccolo e ci sono problemi di sicurezza. E poi tornare dai nonni e ridirlo. E poi ritornare dai nonni e rispiegarlo. E poi, di nuovo gentilmente, ripeterlo e accompagnarli fuori, sentendoti un mostro. Distribuire pizza rossa e bianca sotto il sole cocente indossando una maglia di lana (perché nel frattempo la temperatura è aumentata, è uscito il sole ma tu non hai fatto in tempo a cambiarti), cercando di conversare amabilmente, chiedendoti dov’è finito tuo figlio e soprattutto tuo marito.

Però, allo stesso tempo, potrete riempirvi gli occhi di meraviglia guardando i visini dei bimbi emozionati mentre consegnano il proprio palloncino al cielo. Condividere da vicino con loro la titubanza nell’affrontare il palco, cantare la canzone, ricordarsi le parole della propria parte e leggere il sollievo nel loro sguardo, accompagnato da un sorriso. Lanciarsi in un ballo scatenato sulle note di “scream and shout" (sì, proprio quella…il nostro asilo è troppo avanti), con tutti i genitori e la suora (!), mentre i bambini saltano scatenati. Capire che tutta la “fatica” fatta è ricompensata dalla gioia delle persone che ti corcondano.


E concludere la giornata soddisfatta, anche della collaborazione e unione con le altre rappresentanti. Questo non è per nulla scontato.

I wanna scream and shout and let it all out
And scream and shout and let it out
We sayin', "Ohh, wee ohh, wee oh wee oh"
We sayin', "Ohh, wee ohh, wee oh wee oh"

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